Giovanni Solimine

Il terzo tempo della biblioteconomia | Convegno Stelline 2025

Per un insieme di concause – tra le quali, in primo luogo, gli effetti della rivoluzione digitale e l’impatto del Covid sui consumi culturali – assistiamo quasi ovunque a un calo di utenza delle biblioteche e a una loro progressiva marginalizzazione dai circuiti di accesso alla conoscenza. La Biblioteconomia è consapevole di queste criticità e si mostra capace di intercettare i segnali che vanno in controtendenza (in questo momento si stanno investendo in Italia risorse provenienti dal PNRR pari a oltre 300 milioni di euro nella costruzione di nuove biblioteche)? Già altre volte in passato la Biblioteconomia ha avvertito la necessità di modificare il suo focus, le sue pratiche professionali, i suoi contenuti formativi per rispondere al bisogno delle biblioteche di vivere nella contemporaneità. Una disciplina applicata, per definizione, pur nel rispetto dei suoi principi fondativi, si evolve in coerenza con i mutamenti del contesto, degli strumenti disponibili, delle funzioni e delle esigenze da soddisfare. Negli ultimi decenni del Novecento si è passati da una disciplina centrata essenzialmente sui documenti e sulla loro descrizione a una disciplina che, per rispondere all’urgente richiesta di una maggiore efficacia che veniva rivolta alle amministrazioni pubbliche, si è orientata maggiormente verso la progettazione, la gestione e la valutazione dei servizi. Nella fase attuale si nota una attenzione alla reinterpretazione del ruolo che le infrastrutture bibliotecarie possono esercitare nei processi di welfare culturale, di coesione e inclusione sociale e di rigenerazione urbana. Sbaglierebbe chi volesse vedere in queste evoluzioni un andamento ondivago e una messa in discussione della matrice identitaria della disciplina: siamo infatti in presenza di tre diverse accentuazioni – rispettivamente dedicate a una rigorosa mediazione informativa, a una consapevole cultura del risultato, alla promozione della partecipazione attiva dei cittadini alla vita culturale – delle medesime finalità della biblioteca e della sua grande vocazione pubblica. Compito della ricerca biblioteconomica è trovare un punto di equilibrio tra le sue specifiche culture e le nuove competenze che possono concorrere a una migliore qualità del servizio, ma anche declinare questo patrimonio intellettuale e civile nei saperi professionali di chi opera negli istituti bibliotecari.

BIOGRAFIA

Giovanni Solimine, professore emerito dell’Università di Roma Sapienza, dove ha insegnato per molti anni, è presidente della Fondazione Bellonci-Premio Strega e dell’Istituzione Biblioteche Centri Culturali del Comune di Roma. Autore del blog La conoscenza rende liberi (www.giovannisolimine.it), si occupa si occupa di problemi dell'editoria e della lettura, di consumi digitali e delle dinamiche della partecipazione culturale. I suoi volumi più recenti sono L’Italia che legge (2010), Senza sapere: il costo dell’ignoranza in Italia (2014), La cultura orizzontale (2020, con Giorgio Zanchini), Cervelli anfibi, orecchie e digitale. Esercizi di lettura futura (2023), Leggere in biblioteca (2024). Dirige "Biblioteche oggi Trends. Rivista di studi e ricerche".

Ultimo aggiornamento: 27/01/2025