
Umanesimo Digitale: percorsi interdisciplinari nelle Biblioteche Scientifico- Biomediche
A cura di GIDIF, RBM
La disponibilità di enormi masse di dati, di algoritmi efficienti e di un potere computazionale senza precedenti ha spinto gli esseri umani su un percorso co-evolutivo assieme alle macchine digitali che abbiamo creato. Visto da una prospettiva evolutiva, ciò potrebbe sembrare un altro dei tanti processi evolutivi a base di tentativi ed errori, il cui esito porta in un vicolo cieco o a nuove forme di vita. Per quanto questo esito sia impossibile da prevedere, dovremmo ricordare a noi stessi che l’evoluzione culturale, guidata dalla scienza e dalla tecnologia, ha superato l’evoluzione biologica. Ha dotato la specie umana di capacità cognitive che le hanno consentito di generare entità, dispositivi e infrastrutture digitali con cui gli esseri umani interagiscono in modi sempre più intricati e intimi. Dovremmo conoscerli meglio di quanto loro conoscano noi, eppure siamo spesso tormentati dall’ansia che alla fine potrebbero dominarci.
In questo viaggio co-evolutivo, e nonostante le incertezze del suo esito, siamo incoraggiati da ciò che potrebbe rivelarsi un’illusione: che ci siano state date delle carte anche solo leggermente migliori nel gioco co-evolutivo e che quindi l’ingegno umano prevarrà.
È una delle premesse su cui si fonda l’umanesimo digitale, la convinzione che i valori umani possano essere instillati nelle tecnologie digitali e che un approccio basato sull’essere umano guiderà la loro progettazione, il loro uso e il loro sviluppo futuro (Werthner et al.,Vienna Manifesto on Digital Humanism, disponibile all’indirizzo www.informatik.tuwien.ac.at/dighum/, consultato il 20 giugno 2019).
Il digitale, ben lungi dall’essere soltanto uno strumento tecnologico, nelle sue molteplici applicazioni ha determinato trasformazioni sostanziali che toccano tutti i campi della vita, con conseguenze scientifiche, sociali, politiche, giuridiche, psicologiche, etiche… Ne emerge un quadro fatto di luci ed ombre: acquisizioni di grande portata, ma anche conseguenze non sempre positive e/o prevedibili e controllabili.
L’Umanesimo digitale è, quindi, una vera e propria rivoluzione integrale per la vita individuale e sociale degli uomini. Ma è anche, e soprattutto, una sfida.
Lì si trova il confine tra il bene e il male, tra uso e abuso della scoperta.
L’uomo può e deve governare questi rapporti delicati e fondamentali, per non distruggere sé stesso e per valorizzare la propria “umanità”.
In tutto ciò ci si interroga sul ruolo delle biblioteche e in particolare del ruolo interdisciplinare del bibliotecario (biomedico), attore dell’intreccio di molti e diversi saperi non solo per gli utenti ma anche formatore e mediatore con i colleghi e nella crescita di nuovi profili professionali. Evoluzione, dunque, di una professione dove empatia, cultura e preparazione incontrano le tecnologie digitali e restituiscono alla comunità nuovi saperi.