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Caricamento Eventi

PERCORSI

Introduce e coordina

CARLO GHILLI, Presidente Sezione AIB Toscana

 

LUCIA SARDO, Coordinatrice Gruppo di studio CILW, AIB

Osservatorio internazionale: una ricerca in memoria di Carlo Revelli

 L’intervento intende presentare una ricognizione sulla rubrica Osservatorio internazionale curata da Carlo Revelli per la rivista “Biblioteche Oggi”, parte di un più ampio progetto che il Gruppo CILW dell’AIB sta svolgendo sulla figura di Revelli.

 

ANNA BILOTTA, Sapienza Università di Roma

Biblioteche pubbliche tra digitale e pandemia: tendenze e modelli europei a confronto

La relazione si propone di analizzare in una prospettiva comparata il modo in cui alcune biblioteche pubbliche europee (in Germania, Francia, Regno Unito, Nord Europa) hanno reagito all’emergenza da Covid-19. Si tratta di istituzioni rappresentative di alcuni dei principali modelli di biblioteca pubblica che si sono sviluppati nel tempo nel panorama europeo e che hanno fatto dello spazio fisico uno dei loro punti di forza. L’obiettivo, a partire da una breve traccia di intervista somministrata a responsabili e bibliotecari delle realtà coinvolte, è capire, di fronte alla necessità del distanziamento, come queste biblioteche hanno risposto alla messa in discussione dell’accesso e dell’uso degli spazi fisici, se e come hanno potenziato i servizi e le attività digitali, l’uso di siti web, social network e altri spazi digitali, quali sono le sfide e le strategie per il prossimo futuro.

 

MARIA STELLA RASETTI, Direttrice Biblioteche di Pistoia

Oltre l’emergenza: una piattaforma permanente per la filiera del libro

 Da marzo 2020 tutti noi abbiamo sperimentato l’efficacia e la grande “comodità” delle riunioni e degli incontri on line: sia come professionisti sia come fruitori di iniziative culturali a distanza, maturato l’idea che le piattaforme di videoconferenza siano uno strumento estremamente versatile, in grado di sopperire ai vincoli del distanziamento e ai divieti delle riunioni in presenza. Al di là dell’innegabile piacere che proviamo nel partecipare di persona ad un incontro, il ricorso a queste piattaforme ha rappresentato uno dei pochi aspetti positivi della pandemia da Covid-19.
In generale, le riunioni a distanza hanno facilitato la partecipazione dei singoli, azzerando tempi di trasferimento e costi di missione, rendendo più compatibili gli impegni “fuori sede” con la normale attività in ufficio o in smart working, ottimizzando il rispetto dei tempi di incontro e, nel caso degli eventi per i quali è stata permessa la registrazione, si è reso possibile anche la fruizione in differita, moltiplicando quindi le possibilità di tutti di acquisire quei contenuti che altrimenti sarebbero risultati non alla portata per la compresenza di altri impegni. Per non parlare della possibilità di partecipare ad eventi che in presenza si sarebbero svolti a migliaia di chilometri di distanza.
Queste considerazioni esperienziali rappresentano il punto di partenza di una riflessione che ha inteso immaginare il possibile impiego di questi strumenti nella normale attività di biblioteca, quando – al termine della pandemia – sarà comunque possibile tornare a svolgere eventi in presenza, ad utilizzare in modo pieno gli spazi e i servizi della biblioteca, senza più prescrizioni in termini di distanziamento e divieto di spostamento da un luogo all’altro.
Se da una parte tendiamo ad auspicare un “ritorno alla normalità” che porti con sé l’abbandono delle soluzioni impiegate nel periodo della pandemia, ritenute come un inadeguato ripiego rispetto alla normale attività in presenza, dall’altra parte non possiamo negare né che la normalità come l’abbiamo intesa fino a prima della crisi non ci sarà più negli stessi termini, né che alcune soluzioni emergenziali tornino utili anche nella nuova normalità.
Da qui ha preso le mosse l’idea semplice di immaginare la nuova normalità dei servizi di biblioteca con un forte innesto di questa tipologia di tecnologie, che sono di facile utilizzo e a costi sostenibili, per la messa a punto di una modalità di offerta di servizi bibliotecari e di eventi in una modalità fortemente ibridata, capace di offrire anche a distanza almeno alcuni dei servizi e degli eventi che riprenderanno a svolgersi in presenza, in modo tale da garantire al pubblico opzioni di fruizione più ricche e articolate.
Per svolgere una prima sperimentazione, sulla sostenibilità economica, tecnologica e organizzativa di questa ipotesi di lavoro, la rete REDOP ha organizzato sulla piattaforma ibrida.io (selezionata tra varie ipotesi tecnologiche attraverso una procedura comparativa) il festival on line dei periodici “PERIODICAMENTE”, che per 7 incontri durante il mese di aprile ha permesso di offrire agli interessati la possibilità di seguire altrettanti incontri on line dedicati alle riviste più interessanti e preziose possedute dalle diverse biblioteche e centri di documentazione della rete pistoiese.
Il festival ha funzionato come un qualunque festival on line: permettendo a chi si fosse registrato sulla piattaforma di seguire in diretta o in differita l’evento (che poi è stato anche trasmesso in diretta sul canale FB, oltre che risultare disponibile nell’archivio YouTube per la consultazione “fuori contesto”), interagendo in chat ed esprimendo giudizi di gradimento, ma anche approfondendo le tematiche trattate in schede di approfondimento prodotte dalle singole biblioteche proprietarie della rivista di cui si parlava. Nello specifico, ogni evento è stato contrassegnato dalla presenza di due interpreti della lingua italiana dei segni, che hanno permesso di offrire ampia fruibilità degli incontri anche ai non udenti.
Ciò che ci è interessato sperimentare, al di là della “scusa” rappresentata dall’incontro tematico sulle riviste, era l’integrazione tra informazioni di approfondimento pubblicate on line e fruizione di un evento in diretta e o in differita, che – al di là della temporaneità del festival – ci permette di immaginare una agorà on line popolata da biblioteche, librerie, associazioni culturali e altri soggetti della filiera del libro o operanti a livello territoriale, che condividono uno spazio virtuale dove essere presenti con eventi in diretta o in archivio, con possibilità di interazione con i visitatori in diretta, con la possibilità di appuntamenti e altre forme di contatto “on demand” che mettano in connessione diretta il visitatore con il soggetto produttore di contenuti e titolare di uno stand virtuale montato nella piazza ideale (per esempio, appunto, la biblioteca o la libreria).
La modalità on line di gestione dei contatti permette di attivare un canale virtuale 1-1, su richiesta del visitatore, che si presenta nell’agorà e che chiede al bibliotecario un incontro on line per sottoporgli un proprio bisogno informativo per il quale desidera una risposta: ciò presuppone che nel piano di lavoro dello staff della biblioteca, come adesso c’è un addetto qualificato al centralino che risponde a tutte le domande (qualificato perché finora le esigenze connesse alla prenotazione degli spazi, dei servizi e delle richieste di prestito ha preteso che la biblioteca non lasciasse il servizio nelle mani di un operatore qualsiasi), si preveda un “turno” di servizio on line, a cui destinare operatori qualificati che si mettono a disposizione per far fronte in diretta e, ancor più su prenotazione, alle richieste provenienti dal pubblico rimasto a casa o operante fuori dall’ambito locale.

 

MADDALENA BATTAGGIA, Sapienza Università di Roma

Bibliotecari italiani e “sentire” digitale: riflessioni a partire dalla ricerca sul campo

Dal prestito digitale all’organizzazione della conoscenza digitale, dalle biblioteche digitali all’offerta di servizi digitali erogati dalle biblioteche, sono ormai diversi anni che la letteratura biblioteconomica si interroga, partendo da presupposti e da prospettive differenti, sul rapporto tra biblioteche e mondo digitale. L’emergenza pandemica che ha investito tutto il mondo da più di un anno ha costretto i bibliotecari, così come tutti gli individui, a confrontarsi intensamente e in modo diverso con il digitale sia nella quotidianità lavorativa che in quella più strettamente personale.
La capacità di adattamento al mutamento che l’evoluzione tecnologica chiede, e che la pandemia ha imposto, costringe gli individui a cambiare le proprie abitudini in maniera sempre più repentina e provoca stati d’animo differenti da persona a persona che possono muoversi dall’acceso entusiasmo al forte disagio. In questo contesto, indagare il “sentire digitale” dei bibliotecari italiani significa indagare la relazione profonda che i bibliotecari intrattengono con l’ambiente digitale. Al pari infatti delle relazioni umane, la relazione con l’ambiente digitale si può qualificare in modalità plurime e contraddittorie che incidono direttamente sulla capacità dei bibliotecari di muoversi e agire in contesti digitali.
A partire dai dati raccolti in una serie di ricerche sul campo che hanno indagato, mediante gli strumenti della ricerca qualitativa e quantitativa, il “sentire digitale” di bibliotecari italiani che operano in diverse Regioni italiane, si vuole proporre una riflessione su alcune evidenze emerse. Si ritengono infatti tali evidenze utili per comprendere il contesto italiano e per ipotizzare quali azioni possono rivelarsi funzionali affinché la professione bibliotecaria, e con lei la biblioteca, si configuri come punto di riferimento della società anche in ambito digitale.

 

Domande

Discussione

A conclusione dei lavori

ANDREA BERNARDONI, Museo Galileo di Firenze

STEFANO CASATI, Museo Galileo di Firenze

La Biblioteca di Leonardo: tecnologia avanzata di archiviazione, consultazione e ricerca bibliografica per gli studi su Leonardo da Vinci

In occasione delle celebrazioni del cinquecentenario della morte di Leonardo da Vinci (1452-1519) il Museo Galileo ha pubblicato sul proprio sito Web La biblioteca di Leonardo, consultabile attraverso l’applicativo Sinapsi, che consente di gestire in maniera estremamente flessibile e di esplorare in varie modalità di ricerca le collezioni digitali.
Grazie agli studi e le competenze di Carlo Vecce e dei suoi collaboratori è stato possibile ricostruire virtualmente la biblioteca di Leonardo, e di arrivare ad un’immagine più realistica di come fosse il suo laboratorio. Uno spazio che deve essere caratterizzato, quindi, oltre che per le arti (pittura, scultura, carpenteria metallica, modellistica) anche per una una cospicua biblioteca, la più grande e variegata fuori dai circuiti umanisti, la quale nel momento di massima attività intellettuale e ingegneristica di Leonardo si stima potesse contare circa 200 volumi. Leonardo non era certo il primo “artigiano” a possedere dei libri nella propria bottega ma è certamente il primo ad avere una biblioteca di queste dimensioni, ed il primo a lasciarci un così cospicuo numero di fogli manoscritti dai quali emerge come i suoi progetti ingegneristici, teorie ed esperimenti scientifici, fossero il frutto di un fitto dialogo tra letture ed esperienza. Delle numerose opere citate ed elencate da Leonardo come da lui possedute è stato possibile, ad oggi, identificare soltanto un volume: il trattato di architettura e ingegneria di Francesco di Giorgio Martini conservato nella Biblioteca Medicea Laurenziana di Firenze sul quale Leonardo ha apposto dodici postille autografe. Tuttavia, i numerosi riferimenti presenti nei codici vinciani (nomi di autori, titoli di opere, liste di libri, citazioni) hanno permesso di individuare molte di queste opere e di ricostruirne idealmente la biblioteca.
La biblioteca virtuale raccoglie le digitalizzazioni di tutte le opere, selezionate nell’esemplare a stampa o manoscritto più vicino a quello citato, posseduto o utilizzato da Leonardo, e ne consente la consultazione in un unico ambiente di ricerca. Gli autori e i testi sono introdotti da schede descrittive elaborate da un’équipe internazionale di specialisti. Tutti i contenuti sono interrogabili con modalità di ricerca semplice ed avanzata e collegati direttamente alle pagine dei codici vinciani.
La biblioteca di Leonardo si propone non solo come strumento di ricerca, ma anche come mezzo di avvicinamento privilegiato allo straordinario mondo dello scienziato vinciano.
La ricostruzione virtuale della biblioteca di Leonardo è stata realizzata dal Museo Galileo in collaborazione con la Commissione per l’Edizione Nazionale dei Manoscritti e dei Disegni di Leonardo da Vinci, l’Accademia Nazionale dei Lincei e la Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, nel quadro del progetto di ricerca “Scienza, storia, società in Italia. Da Leonardo a Galileo alle ‘case’ dell’innovazione”.