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LE BIBLIOTECHE PUBBLICHE AGENTI DELLO SVILUPPO SOSTENIBILE

Sessione a cura di Associazione Biblioteche oggi con il patrocinio di Fondazione Cariplo

 

Introduce e coordina

MARIA STELLA RASETTI, Direttrice della Biblioteca San Giorgio di Pistoia

 

CECILIA COGNIGNI, Coordinatrice Commissione nazionale Biblioteche pubbliche, AIB

Le biblioteche pubbliche per l’attuazione dell’Agenda 2030

Nel mio intervento, partendo dal documento redatto dalla CNBP dell’AIB (Disegnare il futuro della biblioteca. Linee guida per la redazione dei piani strategici delle Biblioteche pubbliche italiane), illustrerò come le Biblioteche pubbliche possono contribuire all’attuazione degli obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs) dell’Agenda ONU 2030. Analizzando in particolare alcuni aspetti della loro attività, cercherò di mettere a fuoco le componenti di maggiore impatto e le azioni più strategiche e trasversali.

 

LUCA DAL POZZOLO, Fondazione Fitzcarraldo

Biblioteche e sviluppo locale sostenibile

Le biblioteche pubbliche sono tra le istituzioni culturali più esposte ai cambiamenti della società degli ultimi decenni e alle pressioni evolutive che nuovi bisogni e nuove domande fanno emergere.

Il loro ruolo di presidi culturali diffusi a diretto contatto con la popolazione locale porta a incrementare la missione storica di conservazione del patrimonio librario, promozione della lettura e prestito librario, incorporando momenti di formazione, servizi di orientamento, luoghi di socialità, fino a rappresentare uno dei luoghi più densi e più ricchi di costruzione e “manutenzione” della cittadinanza. Anche le grandi biblioteche all’estero si trasformano in centri cittadini polifunzionali, in grado di rispondere a un ventaglio complesso di domande della popolazione locale.  La vocazione all’apertura e al dialogo con gli utenti posiziona le biblioteche in prima fila nell’interazione con la cittadinanza, più ancora rispetto ai musei e ad altre istituzioni culturali che pure si orientano a rispondere a pressioni analoghe. In altri termini, le biblioteche diventano attori sempre più coinvolti nelle dinamiche di sviluppo locale, a fianco e in interazione con le amministrazioni locali, evidenziando grandi margini di potenziamento dei servizi. 

In questo quadro, l’irruzione delle tematiche ambientali non poteva prescindere da un ruolo chiave delle biblioteche rispetto al tema della sostenibilità, declinata nelle sue molteplici dimensioni: ambientale, sociale, culturale ed economica. Proprio in quanto agenti di sviluppo locale e luogo di costruzione della cittadinanza, le biblioteche si trovano a dover mostrare in termini esemplificativi le loro politiche di sostenibilità e, contemporaneamente, ad agire perché i paradigmi di interazione uomo-ambiente, fortemente intrisi di un’altissima complessità difficilmente comprimibile, possano diventare di dominio comune.

È una sfida da affrontare con coraggio, ma anche da strumentare culturalmente in modo esperto, poiché è sempre più chiaro come la radice di ogni sostenibilità alberghi nei comportamenti quotidiani dei diversi attori sociali, molto al di là della loro stessa consapevolezza.

Anche i risvegli sono il frutto di una pratica culturale e nelle biblioteche alberga l’etica e il sapere che possono contribuire a scuotere le coscienze.

 

ADRIANO SOLIDORO, Università degli studi Milano-Bicocca

Il ruolo della biblioteca pubblica per lo sviluppo economico sostenibile e comunità più inclusive, resilienti, innovative

 Negli ultimi anni, gli esperti di sviluppo economico si sono allontanati dagli approcci tradizionali – affidati all’attrazione di grandi aziende per mezzo di opportunità di agevolazione fiscale, incentivi finanziari e altri sussidi – per abbracciare, invece, il concetto di “creazione di valore condiviso” (o shared value), il quale si riferisce alla possibilità di creare valore economico per l’impresa attraverso la produzione di un beneficio sostenibile per la comunità.

Sempre più spesso, le comunità stanno concentrando le proprie risorse per lo sviluppo economico locale nel sostenere la crescita delle imprese esistenti e creare un capitale umano e sociale con cui le imprese possano prosperare. Le biblioteche pubbliche sono partner naturali negli sforzi per lo sviluppo economico locale. Si trovano solitamente situate al centro di una comunità e forniscono una varietà di risorse progettate per favorire lo sviluppo delle persone, promuovere l’apprendimento e la conoscenza. Ciò anche in risposta alla domanda di competenze da parte del mercato del lavoro.

Considerare la biblioteca pubblica come un importante attore dell’economia locale – la quale, per la varietà di risorse che possiede può apportare un ruolo contributo alla ricchezza e alla vitalità della comunità – è parte di una strategia di sviluppo territoriale in linea con l’Agenda ONU 2030 e i 17 obiettivi di sviluppo sostenibile. L’Agenda 2030 è un documento che rappresenta un indiscusso e fondamentale punto di riferimento anche per le biblioteche pubbliche, coinvolgendole da diversi punti di vista. Volendo ricordare solo alcuni degli obiettivi, possiamo citare: fornire un’educazione di qualità, equa e inclusiva, e opportunità di apprendimento per tutti (Obiettivo 4); incentivare una crescita economica, duratura, inclusiva e sostenibile, un’occupazione piena e produttiva e un lavoro dignitoso per tutti (Obiettivo 8); costruire una infrastruttura resiliente e promuovere l’innovazione ed una industrializzazione equa, responsabile e sostenibile (Obiettivo 9). L’Agenda 2030 esprime un giudizio chiaro sull’insostenibilità dell’attuale modello di sviluppo, non solo sul piano ambientale, ma anche su quello economico e sociale e chiede il coinvolgimento di tutte le componenti della società per un suo superamento in chiave sostenibile: dalle imprese al settore pubblico, dalla società civile alle istituzioni filantropiche, dalle università e centri di ricerca agli operatori dell’informazione e della cultura: categoria, quest’ultima, di cui le biblioteche sono rappresentanti fondamentali.

 

VALENTINA BONDESAN, GIACOMO TORTORICI, Coordinamento nazionale della Rete delle Reti

Una nuova visione della cooperazione per uno sviluppo sostenibile

Il ruolo delle biblioteche pubbliche per sostenere, promuovere e sviluppare, con azioni concrete e specifiche, gli obiettivi dell’Agenda 2030 si sta sempre più consolidando. Le biblioteche sono sempre più consapevoli che possono divenire il circuito della conoscenza, dello sviluppo e dell’inclusione digitale, dell’innovazione, di una nuova democrazia digitale per lo sviluppo del Paese. Diventa però fondamentale svolgere tale percorso in modo coordinato, consapevoli che il valore e l’efficacia di una progettualità comune svolge un ruolo fondamentale e determinante. Nell’ottobre 2019 è nata una realtà importante nel panorama delle biblioteche pubbliche italiane: “La Rete delle Reti”, un coordinamento di Sistemi bibliotecari che si propone di realizzare un piano di cooperazione esteso a livello nazionale per sostenere e mettere in comune idee, processi, funzioni, strumenti e servizi. Anche grazie alla Rete delle Reti e alla collaborazione tra Sistemi e biblioteche, il percorso verso i 17 obiettivi proposti dall’ONU può crescere in modo esponenziale.

 

LUIGI CATALANI, Biblioteca provinciale di Potenza, ANNA MARIA PILOGALLO, Direttore del Polo culturale integrato del territorio di Potenza 

Una nuova biblioteca sostenibile per una città sostenibile: il Polo bibliotecario di Potenza a servizio della comunità

L’inaugurazione a Potenza di un nuovo Polo culturale della città, frutto dell’integrazione della Biblioteca Provinciale e della Biblioteca Nazionale è l’occasione per una riflessione sulle caratteristiche dell’edificio, che si propone come modello di sostenibilità energetica, ma soprattutto sull’arricchimento e la rimodulazione dei servizi e sull’attivazione in biblioteca di nuovi spazi di apprendimento concepiti in virtù di un’idea del patrimonio culturale inteso come strumento di crescita sociale. 

Dal punto di vista della sostenibilità ambientale, la struttura, progettata dalla Provincia di Potenza e dotata delle più moderne tecniche antisismiche, è autosufficiente dal punto di vista energetico grazie all’adozione di criteri bioclimatici e all’installazione di dispositivi di produzione di elettricità e di calore. Concepita in modo da garantire una riduzione di consumi, tale da raggiungere quasi l’obiettivo della “casa passiva”, l’edificio dispone di 1500 mq di parete ventilata per il risparmio energetico e 670 mq di facciata continua in vetro in grado di assorbire una buona quantità di energia luminosa e termica. 

Dal punto di vista della sostenibilità sociale e dell’impatto culturale sul territorio, il nuovo Polo bibliotecario ha previsto il potenziamento dei servizi – coordinati dalla Biblioteca Nazionale – e l’incremento delle tipologie di documenti messi a disposizione della comunità, per offrire nuove opportunità di apprendimento continuo per tutti. Vanno in questa direzione la stipula di un protocollo d’intesa con l’Ufficio scolastico regionale, l’allestimento di un Fab-Lab permanente, aperto a studenti e makers del territorio (“La Fabbrica delle idee”, progetto finanziato dal MiBAC), spazi e servizi a disposizione degli utenti in una dimensione di co-working, collaborazioni con enti e organismi del terzo settore, corsi per lo sviluppo delle competenze informative digitali, uno spazio per il gaming, azioni che prevedono la coprogettazione di nuovi servizi da parte della comunità e la creazione di nuovi strumenti di aggregazione e inclusione sociale basati sulla cultura partecipata (“Il Giardino della comunità”, progetto risultato tra i vincitori del bando “Biblioteca Casa di Quartiere” realizzato nell’ambito del Piano “Cultura Futuro Urbano” promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea e Rigenerazione Urbana del MiBACT).

 

ANTONELLA AGNOLI, Consulente per progettazione spazi culturali

Siamo veramente sostenibili? 

Quali caratteristiche deve avere una biblioteca per essere sostenibile, nell’era degli smart phone? Possiamo pensare a tre

requisiti: dev’essere ecologicamente sostenibile, cioè in un edificio che tendenzialmente riduca al minimo, o a zero, le emissioni di anidride carbonica. Dev’essere socialmente sostenibile, cioè in uno o più edifici che siano aperti alla città e che coinvolgano i cittadini in molteplici attività collettive. Dev’essere, infine, economicamente sostenibile, cioè la sua costruzione e il funzionamento devono essere compatibili con le risorse locali.