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I PERCORSI DELL’INNOVAZIONE

Introduce e coordina 

CECILIA COGNIGNI, Biblioteche Civiche Torinesi

MARIA STELLA RASETTI, Direttrice biblioteche di Pistoia – Innovazione buona o innovazione cattiva? Le biblioteche alla ricerca di un equilibrio tra novità e sostenibilità

Library is a growing organism: Ranganathan ci ha insegnato che il cambiamento continuo è una dimensione fondativa dell’identità di ogni biblioteca. Abbiamo imparato che quando è perseguito e progettato esplicitamente in vista di un risultato apprezzabile (ovvero quando assume le fattezze dell’innovazione), il cambiamento diventa una componente strategica essenziale per il successo della nostra biblioteca e dell’intero comparto. Innovare è quindi un must a cui aspiriamo per garantire la buona salute del nostro istituto, nella consapevolezza che l’offerta dei servizi non può mai rimanere uguale a se stessa se ne vogliamo dare un’immagine sempre fresca e accattivante.
Ma non è oro tutto ciò che luccica: esistono situazioni nelle quali l’introduzione di una innovazione provoca effetti negativi sulla biblioteca, non apportando i benefìci attesi ma addirittura causando un danno anche grave agli assetti di servizio. Da qui l’esigenza strategica di imparare a distinguere con coraggio e determinazione la differenza tra innovazione buona, da perseguire, e innovazione cattiva, da cui difendersi e tenersi il più possibile lontani: una differenza che non ha a che fare né con lo specifico oggetto dell’innovazione né con i costi da sostenere per poter metterla in atto, ma attiene sostanzialmente alla sua tenuta sul lungo periodo, la sua capacità di essere riassorbita nella ordinarietà della biblioteca, quando la fase della novità si è esaurita e all’innovazione si chiede di trasformarsi in nuova normalità. Il percorso di apprendimento che la biblioteca è chiamata a compiere, prima assimilando i contenuti dell’innovazione e poi accomodandoli all’interno delle scelte organizzative stabili, è reso oggi tutt’altro che lineare da alcune scelte tecnico-politiche che puntano le proprie carte su misure di respiro temporaneo, finanziando quasi esclusivamente progetti speciali che la biblioteca può avere difficoltà a stabilizzare nel tempo, quando le luci della ribalta si sono spente.

SIMONETTA CAVALIERI, Presidente SIS- Social Innovation Society – Innovazione Sociale e sostenibilità: perché e come innescare politiche di impatto attraverso le biblioteche

Le numerose richieste da parte della società civile di reinventare il sistema (politiche, normative, modelli di business, pubblica amministrazione…) aprono ad un nuovo concetto di innovazione che non può essere “ingabbiata” in uno specifico cluster verticale come l’innovazione tecnologica, economica, ambientale perché è trasversale a ogni tipo di innovazione. Parliamo dell’Innovazione Sociale che ha come scopo quello di migliorare la vita delle persone e delle comunità. Gli elementi che caratterizzano l’Innovazione Sociale sono la trasversalità e l’inclusività. Prendiamo ad esempio la situazione che stiamo vivendo: l’emergenza legata alla diffusione su scala globale del Covid-19 è stata la reiterazione di una richiesta di cambiamento a più voci che ha avuto come elemento differenziale dalle precedenti la contemporaneità degli accadimenti e la scalabilità. Alla luce del vissuto degli ultimi mesi, dovremmo chiederci cosa significa, oggi, questa richiesta, che superficialmente si traduce in un “si deve reinventare ogni aspetto”. Le Innovazioni Sociali nascono e danno – sempre più frequentemente – risposte a questa richiesta producendo soluzioni innovative e non solo miglioramenti. In tale ottica rilevato un tema o una necessità, in prima istanza non ci si preoccupa degli strumenti, dei modelli, della tecnologia da utilizzare ma si interviene sull’ impostazione del problema (problem setting) mediante una logica di attenzione alla trasversalità di analisi e ampiezza di inclusione; solo con i risultati emersi da questo lavoro si può procedere alla ricerca delle soluzioni (problem solving). Questo processo sta investendo anche le biblioteche, producendo sperimentazioni che meritano di essere approfondite e connesse affinché tutte le azioni che ne deriveranno (policy e politiche, procedure e competenze…) possano essere guidate dalla condivisione degli impatti generabili e di lungo respiro e non siano solo riposte di breve periodo.

FERRUCCIO DIOZZI, Consulente bibliotecario, già responsabile del Centro di documentazione del CIRA-Centro italiano ricerche aerospaziali – Versatilità della biblioteca e integrazione di missioni

Il mondo delle biblioteche rappresenta un’emergenza ma anche una straordinaria opportunità. Da un lato pesa il disinvestimento complessivo che caratterizza il settore; dall’altro i numerosi cambiamenti nell’economia, nella società, nella cultura, non scalfiscono la missione primaria della biblioteca di garantire l’accesso all’informazione. Della criticità del settore si parla abbastanza spesso mentre sono ancora solo materia di convegni specialistici riflessioni e proposte che evidenziano il ruolo centrale della biblioteca nel contesto e il vantaggio che dalle biblioteche potrebbe derivare al Paese.
Se nella comunità professionale da tempo, con approcci, metodi e linguaggi diversi, vengono analizzate le forme di innovazione che stanno caratterizzando il settore conservandone la strategicità, occorre compiere un passaggio ulteriore e sviluppare una nuova attitudine a comunicare al proprio esterno le capacità presenti, evidenziando il parallelismo tra innovazioni nelle biblioteche e innovazione del contesto.
In particolare è significativo enfatizzare la caratteristica della versatilità. Nel corso degli ultimi decenni le biblioteche hanno realizzato esperienze interessanti ed arricchito il proprio profilo di missione con obiettivi che incidono su fenomeni sociali strutturali quali le trasformazioni urbane, la qualità dell’informazione, in generale la qualità della vita, conseguendo un’integrazione di missioni. Per agevolare un armonico sviluppo di questo processo è importante far conoscere le concrete opportunità offerte da biblioteche e bibliotecari sui diversi filoni innovativi, accrescendo così la reputazione del settore.

VIVIANA VITARI, Responsabile Biblioteca comunale di Treviolo (BG) – ABC dell’Innovazione: una questione terminologica?

Coinvolti dal Piano nazionale di Ripresa e Resilienza, travolti da spinte di accelerazione tecnologica e impegnati nell’operatività del quotidiano, ci ritroviamo negli ultimi due anni dentro un cambiamento significativo che mette l’innovazione al centro di ogni progettualità. L’ABC che alfabetizza il nostro lavoro, Azione-Biblioteche-Compiutezza, rimanda in realtà a cambiamenti anche sulle nostre pregresse convinzioni sulle buone pratiche di intermediazione dell’informazione. Il vocabolario dell’innovazione è mediaticamente condiviso, quindi ci rende tutti socialmente uniti, persino apparentemente unanimi, ma ci fa riscoprire anche diversamente abili. Raggiungere gli obiettivi di performance è sempre più arduo, rispettare le tempistiche tanto quanto e formarsi su nuovi piani di apprendimento richiede di abbandonare alcune zavorre. Utenti, stakeholders e amministratori stanno cambiando insieme a noi. Parlare in termini di opposti – innovazione e tradizione, creatività e normazione, siti culturali e beni intangibili, investimenti edilizi e digitalizzazione, acquisto libri o assunzione di personale – rischia di ampliare la forbice della concorrenzialità, anche economica, senza promuovere nuove forme di riorganizzazione e di inclusione. Soffermiamoci anche solo sui termini di “innovazione” e “creatività” per valutare quanto riusciamo effettivamente a concretizzarli nel nostro lavoro e con i cittadini, oltre all’emergenza di attivare uno SPID. Proviamo a ripensarci ricomponendo i poligoni di un tangram, un gioco che permette di assemblare di volta in volta elementi restituendoci nuove forme e nuove immagini. Tenendo presente che siamo dentro un processo complesso e irreversibile, sta a noi riorganizzare strumenti e metodologie dentro nuovi e vecchi saperi: se una crisi portata all’estremo ci porta a uno strappo, una crisi reinterpretata ci permette di valutarne nel tempo il vocabolario e la sua portata come eventuale ricostituente per la professione. In questa fase prestiamo attenzione alla riorganizzazione di azioni e competenze, oltre che il coraggio di osare. Seguiranno alcuni esempi.

Break

LUIGI RUCCO, Customer Consultant, Research Intelligence, Elsevier – Open Access: un’analisi quantitativa e qualitativa della produzione scientifica italiana

ANNA BUSA, Marketing consultant, Docente a contratto presso l’Università di Bologna Alma Mater – Il digitale, da spazio a luogo. La dimensione phygital della biblioteca (con uno sguardo al metaverso)

Quello che chiamiamo trasformazione digitale è un insieme di modificazioni tecniche, culturali e organizzative che riguardano persone, processi e tecnologie. E proprio l’azione combinata di questi elementi permette di erogare nuovi servizi e creare nuove modalità di interazione tra persone, luoghi, oggetti. Il digitale, quindi, non più visto come spazio (prevalentemente di servizio, in cui disporre di connessione, tecnologie, …), ma come luogo di interesse e curiosità, di apprendimento e di scambio, come realtà di interrelazioni. La biblioteca, grazie alla sua nuova dimensione phygital (fisica e digitale) può offrire la possibilità di integrare livelli esperienziali e in-formativi aggiuntivi rispetto a quelli fin qui realizzati. Proprio perché il digitale non è solo una tecnica ma “un modo nuovo di segnare i rapporti fra le persone e la vita sociale”.

DAMIANO ORRÙ, Biblioteca di Area Economica V.Pareto, Università di Roma Tor Vergata – Bibliotecari blogger: nuovi spazi e interazioni per coinvolgere utenti e cittadini

La pandemia ha rivoluzionati il modo di interagire con l’utenza della biblioteca, obbligando utenti e bibliotecari a virtualizzare i propri spazi di interazione. Dopo due anni troviamo una società in cui l’interconnessione e la socializzazione sono diventati strumenti di lavoro. Anche i blog hanno espanso la loro importanza come piattaforme di aggregazione e promozione di discussione, anche per le tematiche bibliotecarie. Il contributo propone ai professionisti delle biblioteche nuove tecniche e interazioni da replicare e sviluppare, coinvolgendo l’utenza tramite blog istituzionali e tematici.